GNOSIS
Rivista italiana
diintelligence
Agenzia Informazioni
e Sicurezza Interna
» ABBONAMENTI

» CONTATTI

» DIREZIONE

» AISI





» INDICE AUTORI

Italiano Tutte le lingue Cerca i titoli o i testi con
Per Aspera Ad Veritatem n.22
La cultura della destra

Marcello Veneziani - Editori Laterza, 2002





Per Marcello Veneziani, editorialista del “Giornale”, saggista e scrittore, le tradizionali categorie della politica, destra e sinistra, sono in una fase di tramonto. Per un singolare paradosso, tuttavia, il declino di quelle categorie ideologiche ha coinciso nel nostro Paese con la nascita della democrazia bipolare nella cui arena i luoghi di quelle sensibilità ”culturali, esistenziali e sociali” si sono rianimati. Attraverso un percorso nei grandi temi del nostro tempo ciò che interessa all'Autore è identificare il volto nuovo della destra quale “forma mentis e arcipelago di idee”, di cui egli stesso viene considerato uno degli intellettuali di maggiore peso. La cultura della destra, secondo Veneziani, ha oggi una dimensione reale, è un modo di pensare, di essere, che ha come riferimento le tradizioni del Paese e la sua memoria storica. Le linee di confine sono segnate dal senso religioso, dalla tutela degli assetti e dei valori, come la famiglia, la proprietà, la sicurezza, la difesa del territorio,
il senso della Patria.
Una cultura che, per dirla con Edmund Husserl, “è il sedimento oggettivo del sapere della comunità” e si prefigge oggi di organizzare un progetto volto a modificare il mondo. La sua essenza, riporta il Veneziani, potrebbe essere racchiusa nella frase ”Io difendo, io credo, io libero” che si contrappone alla nota espressione di sinistra “I care”, sintesi di una cultura anch'essa in mutamento, in trasmigrazione da una impostazione collettivista ad una liberal e individualista, in sintonia con il modello democratico americano. Il saggio, dunque, attraversa il significato dell'essere di destra oggi confrontandosi con temi cruciali del nostro tempo quali la globalizzazione, l'immigrazione, la comunicazione, l'amore per la Patria, il senso religioso, filtrati attraverso una sensibilità che secondo l'Autore, pur essendo ancorata a valori ed eredità della storia, è oggi innovazione e non conservazione. Un esempio di come all'interno della medesima cultura si ritrovino sensibilità ed eredità diverse è proprio l'approccio al tema, di forte impatto, della globalizzazione, nei cui confronti la destra reagisce in due modi:
- difende e valorizza gli Stati nazionali, unici soggetti forti in grado di rappresentare gli interessi generali e i valori di un popolo;
- contrappone alla globalizzazione della economia e della tecnologia l'avvento di un potere europeo idoneo a contrastare lo strapotere economico ed anche militare degli Stati Uniti.
Ne consegue il tentativo di individuare più componenti, in qualche modo autonome, ma tutte di destra, nella società italiana: una destra economica, politica, morale, umorale (e pragmatica) che finora avevano in comune il rifiuto di ”riconoscersi come destre e apparentate”, di fatto incompatibili. Aspetti sviluppati nel post scriptum che chiude il lavoro, dedicato alla cultura della destra nell'era del governo Berlusconi, nel quale l'Autore si propone di indagare l'esistenza di un nesso tra gli elementi identificativi della cultura di destra che ha cercato di rintracciare nella società italiana e l'esperienza del governo di centrodestra.
La conclusione è che la soluzione politica oggi maggioritaria abbia trovato il punto di equilibrio, forse fragile e precario, di quelle destre diverse ma coalizzate, dal quale resta esclusa solo la destra che Veneziani definisce “culturale”, di fatto accantonata. Il saggio si conclude con una analisi politologica sulle prospettive del progetto di Governo in relazione al quale l'Autore ipotizza gli scenari e le ricette virtuose che, se la destra “è un arcipelago di incolmabili diversità”, possano comunque convergere ad un risultato comune. È questo forse il solo aspetto che all'interno di una esposizione chiara ed efficace non risulta ben evidenziato, cioè attraverso quale percorso queste componenti convergano verso lo stesso fine. L'elemento di coesione, ci pare di intuire, può essere alla fine dato dalla consapevolezza di condividere un approccio alle problematiche del nostro tempo improntato a realismo e modernismo.



© AGENZIA INFORMAZIONI E SICUREZZA INTERNA